Amo il mio lavoro perché è il mio lavoro.

Mi muovo su una quantità di piani.
C’è un piano delle radici, in cui elaboro il mio passato, lo rivisito e reinterpreto, per comprendere chi sono, dove sono e dove sto andando.
C’è un piano del futuro, il polo all’orizzonte incontro a cui muovo, verso cui sono costantemente proteso, perché ancora non c’è e lo desidero. 
C’è un piano del presente, che è il solo che c’è davvero, la sola terra, qui sono. 
Prima di tutto questo voglio amare, di questo prendermi cura, perché qui sono. 
Ogni altro piano concorre alla costruzione meravigliosa del senso, ma il senso esiste sempre solo qui, nell’adesso. 
Se non riesco a trovarlo qui, in ogni istante, sono perso. 
È qui, in ciò che sono e faccio ora, nel lavoro, nel respiro, nel battito del mio cuore di questo istante. 
Amo il mio lavoro perché è il mio lavoro.