Il lavoro è necessario come respirare.

Oggi la complessità della nostra organizzazione permette che una parte di noi abbia la possibilità di impegnarsi in un lavoro che soddisfa e realizza; e promette che in futuro chiunque avrà questa possibilità.
È molto bello, assolutamente desiderabile.
Ma oggi è il destino di una minoranza, di contro ad una maggioranza più o meno insoddisfatta e stressata.
Intanto, come sempre, una delle infinite alternative sta sotto il segno dell’oriente.
Quando cerco l’autorealizzazione nel lavoro, è come volessi trovarla nel respiro.
Posso riuscirci.
È una forma di meditazione.
Metto il corpo in una posizione felice, chiudo gli occhi, mi concentro sul respiro, lascio svanire ogni pensiero, e sprofondo nel respiro: sto bene.
Posso fare lo stesso con qualunque attività, anche il lavoro.